➡️L'importanza del riuso e dell'open source
La video lezione spiega il significato del software open source e ne illustra i benefici, in particolare per la Pubblica Amministrazione. Descrive la normativa vigente in materia.
Il software: cos'è, dove viene usato
I servizi digitali sono basati su software ovvero su programmi per calcolatore, che possono girare sul computer su cui si sta lavorando, oppure su uno o più computer accessibili tramite la rete Internet (detti server).
I software, alla base dei servizi digitali, supportano le attività delle persone memorizzando, trasferendo, elaborando informazioni e permettendo di produrre, condividere e trasformare documenti.
I software sono sviluppati da programmatori, interni o esterni alla PA; i programmatori scrivono il cosiddetto codice sorgente, cioè file di istruzioni e configurazioni che, interpretati ed eseguiti da una macchina, svolgono le funzioni per cui il software è stato progettato.
Facendo un'analogia col cibo, la ricetta di un piatto è il codice sorgente scritto dai programmatori, l'avventore che gusta il piatto è l'utente del software, mentre i cuochi che lo cucinano basandosi sulla ricetta sono i computer.
Cosa significa "software open source"
Un software è detto open source quando è possibile ottenere il suo codice sorgente e si è autorizzati a modificarlo e utilizzarlo senza dover chiedere il permesso a nessuno, ovvero viene distribuito con una licenza aperta e messo a disposizione sulla Rete internet.
Conoscere il codice sorgente permette:
di vedere come funziona,
di modificarlo per correggere, cambiare o ampliare il suo funzionamento.
In Italiano il software open source viene tradotto come software libero e a codice sorgente aperto.
Riprendendo l’analogia col cibo, assieme al piatto si fornisce la sua ricetta, con l'autorizzazione a riutilizzarla e modificarla liberamente.
Cosa NON significa "software open source"
Un software open source non è "gratis": è possibile ricevere un compenso per svilupparlo, installarlo, modificarlo e manutenerlo.
Un software open source non è in balia di chiunque: il fatto che qualcuno possa prendere il codice sorgente di un software e modificarlo, non significa che queste modifiche debbano riflettersi sul software di partenza. L’eventuale ripercussione definitiva resta una decisione di chi lo ha creato e di chi lo utilizza.
Tornando al nostro piatto, un altro ristorante può prendere la ricetta, modificarla e ottenere un piatto diverso, ma il ristorante da cui ha preso la ricetta può continuare a cucinare il piatto nello stesso modo di prima.
I benefici del software open source
Conoscere e possedere il codice sorgente di un software permette di sapere com'è fatto. Ciò garantisce:
Trasparenza: si sa cosa fa il software e come lo fa, perciò si sa come gestisce i dati, come comunica, quali procedure applica;
Correttezza: è possibile assicurarsi del fatto che le procedure applicate siano effettivamente quelle commissionate e indicate nelle norme di riferimento;
Sicurezza: le migliori serrature sono quelle che, nonostante il loro funzionamento sia perfettamente conosciuto, non si aprono senza la chiave. Una serratura il cui funzionamento è segreto potrebbe avere dei punti deboli che qualcuno potrebbe scoprire.
Avere il codice sorgente di un software valorizza gli investimenti. Perchè:
si diventa effettivamente proprietari del software che è stato prodotto e commissionato;
non si è vincolati a un singolo fornitore;
in caso di modifiche o ampliamenti, è possibile partire da ciò che già si ha, senza dover ricominciare da capo.
Il software open source inoltre abilita il mercato:
favorisce la concorrenza;
genera un miglioramento incrementale dei servizi al cittadino: i prodotti migliorano perché fondati su una base comune, continuamente migliorabile da altri programmatori.
I benefici del software open source in ambito pubblico
Adottare software open source nella Pubblica Amministrazione ha indubbi benefici:
enti con esigenze simili possono far convergere gli sviluppi, migliorando il codice condiviso e risparmiando sui costi;
favorisce la creazione di ecosistemi di imprese locali che possono supportare installazione, manutenzione, modifica del software;
il codice e i dati non dipendono da aziende private o magari straniere, incrementando la cosiddetta sovranità digitale;
infine il denaro pubblico viene speso per un codice pubblico, a disposizione di tutti i cittadini e diventa di valore comune.
Riferimenti normativi e linee guida
principali riferimenti normativi in tema di software per la Pubblica Amministrazione sono:
il Codice dell'Amministrazione Digitale, e in particolare gli articoli 68 e 69 che chiariscono come scegliere, adottare e gestire software;
le Linee guida su acquisizione e riuso di software per le pubbliche amministrazioni, redatte in attuazione degli articoli 68 e 69 del CAD
la Guida allo sviluppo e gestione di software libero, un insieme di buone pratiche, suggerimenti e tecniche utili allo sviluppo di software libero rivolto a chi a vario titolo gestisce i servizi pubblici digitali italiani.
Questa cornice istituzionale di riferimento definisce delle priorità e fornisce indicazioni generali ben precise:
privilegiare il software open source;
riutilizzare, laddove possibile, il software già sviluppato, diminuendo i costi di acquisizione, sviluppo e gestione e innalzando la qualità delle soluzioni;
compiere una valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico;
modificare il software già prodotto, riducendo i costi, nei casi in cui sia necessario creare una versione che risponda a specifiche esigenze, generando una nuova versione del software, sempre open source.
Developers Italia
Developers Italia è un progetto del Dipartimento per la Trasformazione Digitale e di AgID per la condivisione di progetti, materiali, software ed esperienze tra PA e costituisce un ottimo strumento per l’adozione di software open source nei progetti che lo richiedono e per soddisfare gli adempimenti previsti in materia dalla normativa.
All’interno del sito Developers Italia (developers.italia.it) infatti sono presenti:
un catalogo delle piattaforme abilitanti
un catalogo del software a riuso ed open source per la pubblica amministrazione su cui basare la valutazione comparativa
una selezione di servizi pubblici esposti attraverso API (Application Programming Interface)
una community, virtuale e sul territorio, di tutti gli attori che contribuiscono allo sviluppo di servizi digitali pubblici: tecnici, sviluppatori e funzionari pubblici.
Conclusioni
Ogni volta che si debba decidere di dar vita a un progetto che coinvolge la creazione di software per la PA, è importante porsi alcune domande ed esplicitare alcuni requisiti:
verificare la possibilità del riuso di un software creato per la PA già disponibile, anche attraverso il catalogo di Developers Italia;
verificare se in alternativa sia disponibile software open source che risponda ai requisiti o si possa adattare ad essi;
se il software va effettivamente creato, fare riferimento ai requisiti previsti dagli articoli 68 e 69 del CAD e generare nuovo codice sempre aperto.
È consigliabile che tali requisiti siano resi espliciti in bandi e capitolati.
___
Anno di riferimento: 2023
Seguici su Open Gov https://open.gov.it/ e su twitter @opengovitaly
Last updated