➡️Produrre contenuti efficaci e inclusivi

Introduzione

La diffusione dei personal computer e del web, seguita da quella di smartphone e social network, ha profondamente modificato le modalità di lettura, determinate dal dispositivo che si utilizza per leggere le notizie o per svolgere transazioni online, e di conseguenza anche i compiti del redattore.

Vediamo come.

Chi è il lettore digitale?

Prima di cominciare a scrivere qualunque testo, è opportuno capire quali sono le abitudini di lettura online.

Il lettore digitale:

  • non legge; molti utenti non finiscono di leggere quello che commentano o condividono: secondo alcune recenti ricerche sugli articoli online, il 40% abbandona subito la lettura, il 5% non va oltre il titolo, il 50% non va oltre le prime 100 parole. Quasi tutti però completano gallery e videogallery, mentre l’86,2% del tempo di permanenza su un articolo si concentra nella parte conclusiva.

  • saltella tra le diverse parti di un testo, in relazione alla presenza di punti caldi (foto, titoletti, grassetti, punti elenco ecc);

  • ha precisi bisogni informativi (per cui spesso l’accesso alle pagine arriva a partire da parole chiave digitate nei motori di ricerca);

  • spesso non è competente della materia di cui si scrive;

  • ha poco tempo ed è spesso influenzato da fattori contestuali esterni al testo (la compresenza di altre finestre del browser, la mobilità, ecc.).

Ma soprattutto, è un lettore con una attenzione scarsa. Numerosi studi hanno messo in luce il fatto che l’attenzione di un lettore digitale, all’interno del tipico flusso di contenuti come quelli presentati nei social network, è di soli 8 secondi; dunque la partita si gioca tutta in questi pochissimi istanti: in quel poco tempo è necessario catturare, e soprattutto mantenere, la sua attenzione.

Da queste abitudini di lettura, scaturiscono due conseguenze importanti che riguardano sia il testo, sia chi lo scrive:

  1. il redattore assume nuovi ruoli e nuovi compiti da assolvere;

  2. il testo online assume alcune caratteristiche precise, affinché diventi efficace e inclusivo.

I nuovi compiti dello scrittore

Possiamo immaginare questi compiti distribuiti su una scala con 4 gradini:

  1. attenzione

  2. interesse

  3. azione

  4. coinvolgimento

Il primo compito di chi scrive è quello di catturare l’attenzione del lettore. Come? Ad esempio, curando in modo meticoloso i titoli, gli strilli e le immagini associate al testo.

Una volta catturata l’attenzione del lettore, però, è necessario mantenerla, ovvero conquistare anche il suo interesse. Come? Curando i contenuti, che devono essere pertinenti rispetto a quanto “promesso” da titolo e strillo, e redatti con uno stile semplice e inclusivo.

Ulteriore compito per lo scrittore è accompagnare il lettore all’azione (la cosiddetta ‘call to action’), ad esempio mettendolo in condizioni di completare la procedura di iscrizione ad un servizio digitale. Nei testi, ad esempio, possono essere inseriti materiali di approfondimento, link esplicativi e call to action, tutti elementi che contribuiscono a realizzare questo obiettivo.

L’ultimo gradino è quello del coinvolgimento: è necessario cioè scrivere contenuti il più possibile virali e strutturati per la condivisione. Un compito, questo, praticamente inesistente se pensiamo al “mestiere” tradizionale sulla carta stampata.

Ora, come si traducono questi compiti in termini di scrittura?

Caratteristiche di un testo efficace e inclusivo

Possiamo immaginare il testo digitale efficace come una torta a più strati: ogni strato contribuisce al sapore finale che si rivela nel palato del lettore.

Gli strati della torta sono:

  • a) rilevanza del contenuto

  • b) organizzazione del testo

  • c) stile del testo

  • d) presentazione del testo

a. Contenuti selezionati in vista del destinatario

Come abbiamo visto il lettore digitale ha delle abitudini e delle esigenze ben precise. Considerando la bassissima soglia di attenzione, diventa cruciale l’operazione di selezione delle informazioni da mettere in evidenza o da spostare in altre parti del testo.

Il contenuto rilevante per gli utenti, infatti, si trova spesso nell’intersezione tra tutto ciò che noi vorremmo dire e tutto quello che i lettori vorrebbero trovare.

Selezionare tutte e solo le informazioni utili per gli utenti e tralasciare il resto, diventa quindi il primo passo da compiere.

b. Contenuti organizzati pensando al lettore

Ancora oggi, molto spesso, siamo abituati ad avere a che fare con testi organizzati in modo lineare, con la classica struttura a “trenino”: prima la premessa, poi il contesto, poi le informazioni, infine la conclusione.

È una struttura ancora molto usata in ambito lavorativo - ad esempio nei report, nelle pubblicazioni scientifiche, nelle normative - che deriva dagli insegnamenti scolastici dei temi e prima ancora dalla retorica antica.

Questa struttura, però, non è efficace per il frettoloso, esigente e poco attento lettore digitale: i contenuti vanno organizzati mettendo all’inizio le cose più importanti, secondo il modello della cosiddetta piramide invertita; il resto sono dettagli e approfondimenti. Tale struttura va adottata globalmente nel testo, ma anche nei sottoparagrafi di cui il testo è composto.

Strutturare il contenuto secondo il modello della piramide invertita implica anche una particolare attenzione a tutti gli elementi rilevanti che compongono la nostra pagina: ad esempio, titoli e sommari sono della massima importanza per organizzare il testo e anticipare i contenuti, come anche le immagini scelte, le eventuali citazioni, i grassetti nel testo e i punti elenco.

Ad esempio, un titolo efficace deve essere:

  • corto, fra i 50 e i 70 caratteri al massimo;

  • descrittivo, deve anticipare chiaramente il contenuto della pagina;

  • chiaro, scritto con un linguaggio semplice e non specialistico;

  • invitante, deve stimolare il lettore a proseguire;

  • autoconsistente, deve essere compreso anche senza leggere altro.

c. Stile inclusivo: semplicità, chiarezza, precisione

Adottare uno stile di scrittura inclusivo è un altro importante compito: scrivere testi, ma anche istruzioni, report, articoli, comprensibili per tutti i cittadini è un obiettivo imprescindibile.

Ma cosa significa adottare un linguaggio inclusivo? Significa orientare il testo attorno a tre parole chiave: semplicità, chiarezza, precisione.

Semplicità

La semplicità riguarda spesso la sintassi, ovvero il modo in cui sono costruite le frasi; ecco quindi cinque regole che promuovono la semplicità:

  1. scrivere frasi brevi (al massimo 25 parole tra un punto fermo e l’altro);

  2. elaborare frasi semplici sintatticamente: evitare quindi subordinate e incisi, tenendo vicini soggetto, verbo e predicato;

  3. usare modi verbali semplici, quali l’indicativo e l’infinito; evitare il gerundio e limitare il congiuntivo;

  4. preferire sempre i verbi ai sostantivi, ed evitare le cosiddette “nominalizzazioni” (ad esempio “elaborare” e non “procedere all’elaborazione”);

  5. prediligere la forma attiva nelle frasi.

Incisi

Modi verbali

Nominalizzazioni

Frasi in forma attiva

Frasi affermative

Chiarezza

La chiarezza è la parte dello stile che riguarda maggiormente il lessico, ovvero la scelta delle parole; ecco quindi cinque regole che promuovono la chiarezza:

  1. usare parole di uso comune, che appartengono al vocabolario di base della lingua italiana (7.000 parole);

  2. usare parole che si riferiscono a cose concrete, ed evitate parole troppo astratte, ad esempio gli iperonimi (parole che si riferiscono ad un oggetto con un sinonimo maggiormente astratto, ad esempio “velocipede” invece di “bicicletta”);

  3. usare parole vivide, ovvero parole che riescono ad evocare immagini nella testa del lettore;

  4. evitare terminologie specialistiche e gergo tecnico se non è strettamente necessario;

  5. evitare acronimi e sigle a meno che non siano conosciute da tutti.

Chiarezza lessicale

Alternative semplici

Evitare gli iperonimi

Usare termini concreti

Usare parole vivide

Precisione

La precisione è una parte dello stile che riguarda sia il lessico che la sintassi, ma organizzati in un discorso più ampio, tematico: la precisione è il modo in cui lessico e frasi sono organizzati per rispondere in modo preciso alle esigenze del lettore. Ecco quindi 5 regole riguardanti la precisione:

  1. Quantità precise. Usare parole che esprimano al meglio le quantità, evitando valutazioni vaghe (ad esempio “notevole”, “accresciuto”);

  2. Fornire esempi per termini astratti (ad esempio, se si sceglie di dire che una cosa è “complessa”, è necessario fornire un esempio di questa complessità);

  3. Evitare termini abusati e frasi fatte. Per definizione tendono ad essere deboli e ad avere un significato vago e buono per tutte le occasioni;

  4. Limitare aggettivi ed avverbi. In generale aggettivi e avverbi rischiano di indebolire il testo e renderlo meno preciso;

  5. Parlare dei fatti, ed evitare le opinioni (ad esempio, non dire che un progetto è innovativo, ma raccontare i fatti che lo rendono tale).

Informazioni precise

Parlare dei fatti

La check list dello stile del testo

d. Presentazione del testo

Semplificando un po’, possiamo dire che la lettura si fonda su due processi: il primo consiste nel riconoscimento visivo, il secondo nell'estrazione del significato. Il secondo processo, l'estrazione del significato, è a carico del nostro sistema cognitivo, ma può essere ostacolato da una cattiva percezione, in special modo nel digitale, nel quale questi aspetti vengono enfatizzati da una maggiore “fatica” visiva sullo schermo.

Per lo scrittore questo si traduce in una sistematica cura anche degli aspetti visivi e pittorico-spaziali dei contenuti.

Gli attributi paratestuali quali spazi, il rapporto vuoto-pieno, la gerarchia visuale, le immagini, ma anche tabelle, schemi, figure, decorazioni, pulsanti, menù sono parte integrante del processo di scrittura digitale.

Poiché sono brevi e presentati in maniera separata dal blocco del testo, si notano più facilmente e consentono agli utenti di orientarsi e capire velocemente di cosa si parla.

Per migliorare la percezione visiva dei contenuti è possibile ricorrere ad una serie di regole di base, ricavate sia dall’esperienza di questi anni che da studi sulle modalità di lettura in ambienti digitali.

  1. spezzare i periodi andando frequentemente a capo e lasciando uno spazio vuoto tra un blocco e l’altro. Un unico blocco di testo viene visto come un ostacolo insormontabile;

  2. aggiungere titoletti ai vari blocchi di testo, per rendere immediatamente chiaro l’argomento del paragrafo;

  3. usare dove possibile elenchi puntati, in modo da creare testi scansionabili;

  4. usare il grassetto per evidenziare le parole chiave, senza esagerare per evitare l’effetto a macchia di leopardo.

A queste regole editoriali ne vanno aggiunte altre riguardanti la vera e propria leggibilità del testo su schermo:

  1. la larghezza della colonna di testo deve essere adeguata all’occhio, quindi non troppo larga, perché gli occhi faticano a mantenersi su una riga lunga. Alcuni studi hanno identificato attorno ai 70 caratteri per riga la dimensione ottimale di una colonna di testo;

  2. è preferibile usare l'allineamento a bandiera dei testi: sempre in accordo con la nostra percezione visiva, il testo giustificato peggiora le leggibilità, in quanto il nostro occhio si sofferma sulle linee generate dagli spazi non uniformi tra una parola e l’altra;

  3. usare il carattere minuscolo, che crea un pattern più leggibile rispetto al maiuscolo;

  4. non usare il corsivo, in quanto rende più evanescente il testo su schermo;

  5. usare font con caratteri a bastoni e non con grazie;

  6. dimensioni del font adeguate allo spazio a disposizione;

  7. aumentare l’interlinea per dare ariosità al testo;

  8. garantire un buon contrasto tra testo e sfondo.

Area della colonna adeguata all’occhio

Larghezza della colonna adeguata all’occhio

L’allineamento a bandiera è il migliore

Il giustificato peggiora la visibilità

Il minuscolo crea un pattern più leggibile

Il corsivo aumenta l’effetto “sega” e peggiora la leggibilità

Caratteri con grazie e bastoni

Spazi e blocchi

La check list della presentazione del testo

Conclusioni

Il sito Designers Italia mette a disposizione strumenti operativi per mettere in pratica quanto illustrato e sperimentare la ricerca di un linguaggio chiaro, coerente e il più possibile aderente alle specifiche realtà di ogni amministrazione e dei cittadini.

Contenuti ed esempi di questa dispensa sono tratti da “La comunicazione digitale per la PA”, Giacomo Mason - Piero Zilio, Maggioli Editore

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